Vivere da etrusco - Lingua e scrittura
La vita quotidiana nella Toscana antica
Avvicinarsi allo studio della lingua etrusca vuol dire confrontarsi con una lingua che dovette essere particolarmente articolata e ricca: secondo quanto ci hanno tramandato alcuni autori antichi, tale lingua era ancora parlata al tempo dell'imperatore romano Augusto (27 a.C.-14 d.C.), ma doveva divenire pressoché sconosciuta di lì a breve! L'etrusco, infatti, era una "lingua morta" già per i Romani di età imperiale, ma in precedenza esso era parlato e scritto in un'area abbastanza ampia, che comprendeva l'Etruria propria (Toscana, alto Lazio), l'area padana (attorno al centro di Felsina-Bologna) e parte della Campania, con attestazioni perfino in Corsica, Francia meridionale etc. Gli stessi Romani, del resto, appresero proprio dagli Etruschi dell'Etruria meridionale l'uso dell'alfabeto (attorno al 700 a.C.).
Come tutte le lingue utilizzate per molti secoli, anche l'etrusco ha subito delle trasformazioni nel tempo, che noi possiamo riconoscere da alcuni significativi cambiamenti nel modo di scrivere. Molto dibattuto è ancora oggi il problema dell'origine della lingua etrusca: essa infatti appare una lingua isolata nel mondo antico e presenta forse - ma questo è un campo difficile di studio - punti di contatto con altre lingue, sfortunatamente ancora meno conosciute dell'etrusco! Noi conosciamo invece bene le lettere e i segni grafici utilizzati dagli Etruschi e siamo quindi in grado di 'leggere' i testi giunti fino a noi.